cecilia ravera oneto

Work to work 
L’attività museale della città di Pinerolo si arricchisce quest’anno di una nuova mostra che, partendo dalle opere dell’artista Cecilia Ravera Oneto, intende proporre le suggestioni di giovani artisti intorno al tema del lavoro .
Un ringraziamento particolare va all’Associazione En Plein Air che ha promosso questa mostra e che ha saputo creare su questo tema importanti collaborazioni con le realtà museali della città di Pinerolo, rappresentate dalla Galleria civica d’Arte, dal Museo del Mutuo Soccorso e dal Museo Etnografico, a testimonianza delle dinamiche culturali che il tema della mostra sa mettere in evidenza e della ricchezza dell’offerta culturale presente nella nostra città.
Il tema della mostra rappresenta un’occasione importante per riflettere da un lato sul ruolo fondamentale che il lavoro svolge nelle dinamiche sociali, come fonte di emancipazione, come strumento di crescita e di sviluppo e dall’altro come fattore in grado di modificare e di caratterizzare profondamente l’ambiente nel quale viviamo, dove grandi edifici industriali, ciminiere, sono lì a ricordarci ogni giorno i turni di lavoro, la fatica, il sacrificio, che appaiono come i necessari ingredienti del vivere quotidiano .
Solo in alcune occasioni la sensibilità del mondo dell’arte ha saputo fermare l’attenzione sui fenomeni della realtà fissandone i modi e le forme e rendendo omaggio ad un mondo del lavoro troppo spesso dimenticato. E’ accaduto ad esempio nel secondo dopoguerra con la stagione del neorealismo segnato profondamente dall’impegno dell’intellettuale, chiamato a dare il proprio contributo per la conoscenza e la trasformazione di quella realtà intrisa di povertà e di desiderio di riscatto dopo gli orrori del nazifascismo e la tragedia della guerra.
Su questa lunghezza d’onda , cioè sulla volontà di ritrarre i simboli del lavoro per testimoniare la centralità di quel mondo così variegato, si colloca Cecilia Ravera Oneto, allieva di Felice Casorati, in un dato momento del suo percorso artistico, come quando nel 1963 una foto la ritrae mentre dipinge l’acciaieria dell’Italsider dall’alto del gasometro, che l’artista stessa commenta così: "Mentre, arrampicata su uno di questi che io chiamo ponti e che "loro" chiamano con nomi tecnici ed astrusi , col cavalletto legato alla ringhiera per resistere al vento, guardo dai novanta metri di altezza del gasometro i miei soggetti, converso con me stessa. Disegno rabbiosamente strutture, pinnacoli, tubi che rompono il cielo, dipingo, mentre ne respiro l'aspro e velenoso aroma, gas e fumi dai colori più strambi e penso e polemizzo.  Che  cerchi tu qui per ore ed ore, mentre gente tranquilla nel tepore degli studi, con il semplice, sublime, sicuro gesto traccia una riga, pochi punti e crea un'opera veramente nuova, che rimarrà nei millenni a testimonianza del nostro tempo?”
E’ il momento in cui l’artista supera l’astrattismo per imboccare la strada verso il realismo, a dimostrazione che non esiste una sola maniera di essere "moderni". Infatti Cecilia Ravera Oneto dimostra la sua modernità proprio nel momento in cui si pone il problema di creare un linguaggio facilmente comprensibile, capace di raccogliere, interpretare e trasmettere pensieri, aspirazioni e valori ad un pubblico più ampio e popolare. 
Questa sensibilità dell’artista che rivolge il suo interesse al mondo del lavoro ed ai valori che esso rappresenta costituisce il filo conduttore della mostra; si tratta di un tema di grande attualità dal quale anche i giovani artisti sapranno trarre ispirazione per elaborare nuove ipotesi creative.
Assessore alla Cultura Paolo Pivaro
Il Sindaco  Paolo Covato
CECILIA RAVERA ONETO. UNA RICERCA APPASSIONATA.

Cos’è che rende così viva e presente, così interessante Cecilia Ravera Oneto, al di là della mia generazione, ancora da indurre generazioni più giovani ad esplorarne l’opera?
Avvince l’intero suo percorso, la coerenza di una ricerca appassionata, l’entusiasmo creativo
e l’ampiezza della sua pennellata cromatica, vivace e pulita, quale ritroviamo nella varietà dei soggetti che ci avvicinano all’opera sua, uno stile fatto di bellezza ed intensità, di silenzio ed inquietudine, di sincerità emozionale, di storicità ed universalità, di contemporaneità.
Da un’immagine misurata e composta che rivela la preparazione accademica, dal cromatismo soffuso e delicato degli anni Quaranta e Cinquanta, irrompe e divampa alle soglie degli anni Sessanta una tavolozza vibrante.
Dai soggetti tradizionalmente poetici ed atmosferici, quasi domestici e familiari, esplode l’attenzione per il paesaggio industriale con le fabbriche e le ciminiere, tema apparentemente arido
che l’artista indagherà nei risvolti più convulsi, con le architetture del lavoro che urlano fatiche e drammi umani che la porteranno ad aprire pagine originali e difficilmente riscontrabili altrove
nel panorama pittorico.
Cecilia con la sua arte è vicina al dolore umano.
Nel contempo anche il mare la seduce: sarà una costante della sua arte.
Gli scogli, i sassi, le onde e quel grande movimento che si dibatte e si infrange e scivola..
L’attenzione al paesaggio della sua Liguria si traduce nelle visioni mosse degli uliveti, delle colline
con le ginestre, nei glicini, quei glicini che ornavano anche la sua casa studio di Via Puggia a Genova. Qui sono nati negli anni Ottanta-Novanta alcuni ritratti (autoritratti) sul tema della maternità: alla Madre “come fuoco che scalda, dà luce, dà vita”, la madre come “roccia sicura
che protegge dalle minacce del male, o del mondo..”, la madre come “vita” .(*)
Dalla sacralità materna al senso religioso e trascendentale qual è incarnato nell’umanità del suo Francesco d’Assisi.
Anche nelle opere conservate alla Collezione Civica di Palazzo Vittone, sede amica che l’ospitò 
più volte, si riscontra la bellezza e la fragranza del suo linguaggio.
Ben vengano iniziative come l’attuale che ne valorizzino il messaggio e la validità di una comunicazione che tutti ci prende e ci esalta.

Mario Marchiando Pacchiola
Conservatore della Collezione Civica d’ Arte di Palazzo Vittone, Pinerolo


(*)Francesco De Caria in “Arte e Mistero Cristiano”, Pinerolo 1999
E'vero come Cecilia Ravera Oneto ancora negli anni Cinquanta si avvii sulla strada di quel
paesaggismo costellato di edifici industriali, non tutti testimonianze del passato cui si è attribuita la
definizione di"archeologia industriale ", bensì spesso esemplari di ardente attualità;di questa
iconografia ella diventerà in breve tra i più significativi rappresentanti. E' per così dire, una scoperta
insieme emotiva e intellettuale;l'artista si guarda attorno e si accorge che il panorama ligure, con la
sua stretta sintesi di mare e montagne, è anche per tanta parte caratterizzato dalla presenza di
fabbriche, raffinerie, altiforni, quindi di ciminiere fumanti, strutture metalliche, strutture in cemento
greggio, dai tratti a un tempo scarni e monumentali.
Ci si domanda, seguendo la ricca produzione di questi quadri, particolarmente intensa negli anni
Sessanta e diversamente ripresa negli anni Settanta con i paesaggi del porto di Genova, se essi
costituiscano una registrazione, insieme fedele e appassionata, delle trasformazioni ambientali, o non
piuttosto una spinta culturale verso l'apprezzamento di queste novità, pur con motivate e inevitabili
riserve.
Si vuole dire che il paesaggio industriale,visto attraverso gli occhi dell'artista,insieme intenso e
pittoresco, prepotente e suggestivo, ci offre una chiave di lettura in fondo positiva, ci racconta che il
mondo per opera dell'uomo cambia, e non è certo la macchina, per seguire l'idea futurista, a insidiare
la fantasia.
Supportate da una tavolozza che giunge a effetti incandescenti, sembra che le immagini del mondo
industriale vibrino dei suoni di un lavoro a cui si affianca partecipativa e interlocutoria la
meditazione dell'artista.
E' pertanto con vero piacere che l'Associazione Culturale Cecilia Ravera Oneto concede il
patrocinio all'evento "Work to Work-Maionese 2010" organizzato dalla Associazione En Plein Air
alla quale porgo il mio più sincero ringraziamento e gli auguri di successo.
L'Associazione dedicata alla pittrice Ravera Oneto di recente costituzione si propone di promuovere
e divulgare la conoscenza dell'opera e della figura della pittrice, riteniamo quindi che questo evento
ricada perfettamente tra i nostri primari fini istituzionali.
Marina Ravera Gennari
Presidente Associazione Culturale Cecilia Ravera Oneto

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