En Plein Air Arte Contemporanea    04 Marzo  ore 18 > 30 aprile 2006    
 la montagna dell'incanto
carla crosio
ombra pericolosa
a cura di tiziana conti e marco filippa

C(A)OS - C(A)SO

... perché la nostra mentalità moderna si autodefinisce razionale? 
Pretendiamo sempre di assumere il ruolo di spettatori distanti di un 
fenomeno che supponiamo essere esterno, i cui meccanismi devono essere 
chiaramente delineati. Nella mentalità "sciamanica", al contrario, 
questo tipo di dilemma non si pone. Non esiste né un soggetto osservatore 
né un soggetto osservato, esiste solamente il mondo, sogno formicolante 
di segnali e di simboli, campo di interazione nel quale confluiscono forze 
e influssi molteplici....1 
   

      Non so se Carla Crosio sottoscriverebbe queste parole, questi pensieri; 
ma spesso ho pensato che l'artista sia come uno sciamano e agisca con i 
suoi segni, per molti versi inconsapevolmente, lasciando nel mondo il 
suo passaggio, forse con una pretesa di eternità... 
Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. 
Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c'è altro mezzo 
per essere qui2 
L'OMBRA PERICOLOSA di Carla ha una forza dirompente ed e' anche ingombrante. 
Come tutti i suoi lavori, ci scuote, invade, disturba... non ci lascia mai in-differenti. 
        È una forma informe, verrebbe da dire, eppure nasce da una trama precisa. 
È un ricamo anomalo su una griglia metallica, regolarissima, su cui, 
un materiale povero e al contempo eloquente, si disegna all'infinito e, 
per circostanze ovvie, è invece finito. Ricordo ancora le parole di Carla, 
nell'estate del 2005, nel cortile dell'En Plein Air... 
il racconto dell'opera che stava nascendo, del progetto della mostra di Vercelli, 
l'idea che scaturiva dalle parole/immagini, le ipotesi installative, il voler 
raggiungere questo "arcangelo diabolico" che aleggiava sui visitatori... 
      il timore di DIOOOOO, saremmo portati a dire, in un certo senso 
(ma non so se Carla sia credente o meno, io non lo sono) e quindi penso 
che l'unico timore possa essere quello per in nostri simili piu' o meno 
quanto possa essere l'amore che per essi proviamo. 
E già sto imboccando 
una strada impervia ma inevitabile perché l'OMBRA PERICOLOSA, con i suoi 
neri e la sua lucentezza, sprigiona inquietudini e al contempo prevede 
una catarsi; assorbe come un buco nero i nostri pensieri e li traduce 
in un'immagine che si accampa davanti a noi fuoriuscendo dalla cripta...

     in basso sta il male in alto il bene... l'artista ci riconduce antropologicamente 
alla montagna, alludendo all'immmagine potente e suggestiva di visioni notturne e, 
si sa, il buio è il contraltare della luce e il gioco delle polarità scatena processi 
consci e inconsci che appartengono all'esistenza. 
Ed è un ombra, quella che Carla ha costruito affidandosi alle mani di molti 
per renderla reale, e, per sua natura, è impalpabile e inconsistente: l'ombra è cosi', 
per definizione. Ma se è un ombra, e non ne conserviamo la traccia che la produce, 
allora è ancora un'immagine quella che l'artista che ci propone e forse è proprio 
l'ombra dei nostri pensieri, delle nostre paure che si annidano sempre e comunque 
nella nostra vita. 

 E con un tratto di attualità, affidandosi al caso e al contempo al caos dell'esistenza, 
voglio dedicare queste riflessioni a qualcuno che non potrà piu' leggerle ma che avrebbe 
potuto scriverne ancora.
Vorrei scendere e camminare e abbracciare il vento, ma non posso. 
Mi piacerebbe andare incontro al temporale correndo, ma non posso. Vorrei innalzare 
un inno a questo spettacolo meraviglioso, ma le parole mi nascono nel cuore e
mi muoiono in bocca. 
Dovrei essere uno spirito libero per poter gioire, ora. 
Sono invece un uomo provato dalla Sofferenza e dalla perdita della Speranza. 
Non sono solo, ma provo solitudine. 
Non fa freddo, eppure provo freddo. 
Tre anni fa mi sono ammalato ed è come se fossi morto. 
Il Deserto è entrato dentro di me, 
il mio cuore si è fatto sabbia e credevo che il mio viaggio fosse finito. 
Ora, solo ora, comincio a capire che questo non è vero. La mia avventura continua, 
in forme diverse, ma indiscutibilmente continua. Nove anni fa, nel Deserto del Sahara, 
stavo cercando qualcosa. Credevo di essere alla ricerca di me stesso e mi sbagliavo. 
Pensavo di voler raggiungere un traguardo e mi sbagliavo. 
Quello che cercavo non era il mio ego o un porto sicuro, ma una rotta verso quella 
terra per me così lontana dove abitano Amore e Speranza.3
Marco Filippa
1 Alejandro Jodorowsky 
2 Philip Roth
3 Luca Concioni
Orario: sabato e giorni festivi 15,30>18,30 altri giorni su appuntamento
Patrocini :
città di Pinerolo Assessorato alla cultura
Regione Piemonte Assessorato alla Cultura
Provincia di Torino Assessorato alla Cultura
enpleinair
carla crosio
progetto
esposizioni dal 1994