10 Aprile/16 Maggio'99 Diade Mostra
Gianni Piacentino Giovanni Manfredini
 
Serghej Potapenko Miltos Manetas
Hubertus von der Goltz
Proporre di rilevare una linea di continuità in una
Mostra che assume come nome quello del principio
della differenzazione, può apparire paradossale,
eppure è proprio attraverso la differenzazione che
si produce evoluzione, e dunque continuità, nella vita.
Come elementare linea di lettura dell'esposizione
ci sembra allora che ognuno di questi cinque artisti
utilizzi procedimenti di differenzazione come fattore
generativo interno alla propria opera.
In GIOVANNI MANFREDINI questo appare con particolare
evidenza per via del drastico contrastare di principi
antiteci, luce/ombra, vita/morte/ che risalta, quasi
accecante, nei suoi "tentativi di esistenza".
La sospensione della silhouettes umane di HUBERTUS VON DER GOLTZ,
l'uso del bianco e nero, trovano un punto di sbocco al travaglio
della differenzazione proprio nel raffinato effetto di equilibrio
formale che è ottenuto.
La perfetta cura nella realizzazione dei lavori di PIACENTINO GIANNI
sancisce già di per sé nelle campiture e nelle linee le demarcazioni
di uno statuto della differenza che non potrebbe essere che quella
tra l'immobilità e una virtuale velocità assoluta tra le quali,
azzardando, non riusciamo a distinguere. Macchine la cui eleganza
sembra alludere con sarcasmo alla nostra inadeguatezza.
E giunge, a proposito a questo punto, la visione degli interventi
di MILTOS MANETAS, nei quali la coppia reale/virtuale risulta definita
specchio intransitabile da qualsiasi Alice.
Quando, alla fine di questo percorso, ci troviamo di fronte ai
quadri di SERGHEJ POTAPENKO, ci accorgiamo che in questa pittura
puramente poetica la differenzazione si grana, si atomizza in
un movimento molecolare inafferrabile che si può sola, con meraviglia,
osservare.
Testo a cura di ERNESTO PEZZI
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