Simone Pellegrini

Ad un universale fantastico si riducevano 
tutte le cose, che perciò dovettero essere
per natura poetiche.
G.B.Vico

G.B.Vico nella Nova Scienza pone l'accento sulla contrapposizione dell'ingegno alla logica, 
per ricondurre il mito alla sfera delle emozioni, irriducibile a quella del pensiero. 
La poesia scopre il nuovo, c'è una sapienza originaria che consente al trascendente di 
prendere corpo in tutte le cose. 
E il linguaggio, espressione dell'interiore, non mera forma di comunicazione, è il luogo" 
attraverso il quale la poesia si fa manifesta.
Il mito è il perno intorno al quale si dipana la ricerca di Simone Pellegrini: 
mito che, per sua stessa ammissione, è strettamente legato all'idea di rituale, 
" il fuori che sostanzia il dentro". La società contemporanea è segnata da rituali, 
che spesso scadono ad un livello feticistico, sottolineando la reificazione dell'oggetto. 
E' un rito l'ossequio alla banalità di certi comportamenti standard, prevedono un rituale 
preciso molti rapporti interpersonali, spesso svuotati di un contenuto efficace.
Per Pellegrini il mito e il rituale assumono una connotazione psicologica, presuppongono 
il rimando all'immaginario collettivo, laddove le simbologie e gli enigmi alimentano il 
caos irrazionale, l'ebbrezza dionisiaca. 
Tornano alla luce dettagli, frammenti, talora non completamente distinguibili, solo 
supposti o indefiniti. La seconda osservazione da fare a proposito del 
lavoro è che , per una scelta precisa, l'unica modalità espressiva è il disegno, sia 
esso di piccolo o di grande formato. Dunque il materiale utilizzato è la carta, 
duttile, che si adegua ad essere continuamente modificata, graffiata dai segni, trattata 
e sottoposta a piegature, a slabbrature, a sovrapposizioni. Insomma non 
si è mai in presenza di un elemento statico, quanto piuttosto di una materia che si 
adatta a infinite manipolazioni.
Il disegno è lasciato libero, non intelaiato, aperto alla spazialità, così da suscitare 
realmente l'idea di microcosmo. Esso diventa la proiezione di annotazioni 
mentali, dell'immaginazione, assume la connotazione di un diario interiore. Il lavoro 
acquista in questa prospettiva il valore di racconto: ogni disegno è una pagina di vita 
con un andamento lento, senza tempo e fuori dallo spazio. 
Il segno è l'elemento essenziale, è il farsi della mano che segue la mente, è il procedere 
graduale della storia, come asserisce Pellegrini, "non per riempimento, ma per cancellazione". 
Cancellare significa togliere, eliminare il superfluo, significa altresì porre in vista 
quel che dà un senso alla realtà. Così avviene una sorta di traslazione alchemica, dalla 
mente alla carta, in un congegno di azioni e reazioni. La vita 
si pone come un fluire di elementi che trascorrono da razionale a irrazionale, condensandosi 
in immagini che danno vita a vere e proprie topografie esistenziali, con un andamento mosso, 
tra impulsi vitali e distruttivi. 
La donna inseguita dai cani in La Double du cain tende le mani verso l'infinito, palesando 
un'inquietudine intensa; un groviglio figurale in districabile è al centro di Simia Dee; 
preziosità di colore rosso e oro rendono ancor più vibrante 
Eclissi di Luna a Monte Vidon Corrado. 
La trama delle storie è sempre un intrico di realtà e finzione, così da rendere imperscrutabile 
il fondo che rimane celato nell'enigma, radiche ultima della vita, ciò che ,come afferma 
Friedrich Holderlin, abita vicino all'origine.
Tiziana Conti

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