< Laura di F.Mingarelli_ G.GalloM.Zullo >

ALDA E LE ALTRE_PATHOS_RENATA PANIZZIERI LANZA
sedi : EnPleinAir Pinerolo (To) 

ex Monastero Chiesa Beata Vergine delle Grazie
città di Villafranca Piemonte

con i patrocini di Regione Piemonte_Provincia di Torino_Comune di Pinerolo

Intitolato alla grande poetessa del Novecento Alda Merini, poiché donna esemplare, 
che per lunghi, troppi, anni della propria vita ha vissuto il dolore esistenziale 
in modo profondo e totale. L’ha portato come marchio e distintivo nell’estensione 
epiteliare della propria corporeità. Ha visto apportare sofferenza alla sofferenza. 
Ha sparcellizzato la materia delle proprie carni e ne ha trasceso il confine con 
l’Infinito. 

Facendosi puro sentimento, pura poesia. Ha saputo trasmutare, tenacemente, il 
dolore straziante della propria umana essenza in un potente fertilizzante vivifico 
per la sua ed altrui esistenza. Come invasa dalla violenta volontà di un antico Dio 
dell’Olimpo, si è fatta aedo per cantare, poeticamente, il dolore del dissidio 
interiore che l’ha resa dannata e forgiata. Dotata da sempre di una sensibilità 
straordinaria e di una forte propensione per lo scrivere, ha esplorato stati altri 
della coscienza, scindendosi. Gli scritti, fioriti dalle sue visioni poetiche e del 
suo attento sentire, l’attestano donna speciale e consapevolmente unica. 

Le tematiche al femminile di PATHOS narrano delle Energie ancestrali, sotterranee e 
vitali, che contraddistinguono le forze della Dea Madre. Fonte primigenia di una 
possibile cosmogonia al femminile. Terra fertile, produttiva, generosa, sede del 
sacro mistero della nascita, anche dell’uomo. Oppure arido sito del freddo eterno 
ed immobile. Muta osservatrice dalle diafane vesti. Peculiarità del femminile, sono 
le risorse di cui disporre nei momenti di crisi. Forze ataviche, esplosive o chete, 
ma totali. Che si materializzano al culmine di un lacerante percorso; di un vissuto 
complicato, impegnativo e doloroso, per farsi Amore o sentimento distruttivo. 
In ogni caso, in grado di porsi da fulcro centrale e determinante, per rendere 
esplicito il cambiamento di una linea tracciata, sempre orizzontale e monotona. 
In grado di creare o distruggere, a seconda della volontà da cui scaturiscono. 
Aspetto apollineo o dionisiaco. Poesia o Caos. 
Perché solo quello di una donna è il corpo in cui si può attivare il principio 
alchemico della creazione, in cui il Mercurio si unisce allo Zolfo e per reazione 
germina la Vita. 
La maternità segna l’esperienza del proprio corpo fisico, del proprio ruolo, del 
proprio sentire. Cambiamenti fisici si alternano ed accompagnano ad affascinanti 
e spaventevoli moti interiori e scambi umorali. Sensazioni nuove d’ anima e carne.
L’eterno femminino ne cadenza i ritmi e, per continuare ad esistere nelle coscienze 
collettive, prevede la prosecuzione dei propri riti ancestrali.
Forgia bimbe spaventate, vittime del grande dono di una sensibilità profonda e, 
sadicamente, aliena quelle che non sono in grado di mettersi in gioco, per ridere 
delle bassezze del mondo, appostate sugli scomodi seggiolini della caleidoscopica 
giostra musicale dell’esistenza. Questa, come una boite à machine, prevede il 
movimento, ma sempre fisso, ripetuto su meccanismi consolidati ed usurati dal tempo.
Morphé di un Giano bifronte per una donna madre, orgogliosamente discendente dalla 
progenitrice Eva. 
Appassionata e servizievole. Angelo del focolare o mistica visionaria.
Dispensatrice di affetto e di buoni consigli, inesorabilmente pronta ad immolarsi per 
la causa dell’Amore tutto. 
Oppure una donna vampiro. Tessistrice d’inganni. Ammaliatrice. 
Adepta del mondo ctonio di Lilith: la Luna Nera, Dea delle forze paniche sotterranee 
e lunari. Strega. Meretrice. Devota al maligno. Cinica manipolatrice e scaltra 
sterminatrice. Assetata di vendetta e sangue. 
Altra metà del cielo o donna velata. Maestosa e marziale Valchiria o delicata e mesta Geisha. 
Donna Orso o Diana cacciatrice. Riverita e rispettata. Temuta. Fonte scatenante la bramosia 
dei sensi. Violata. Picchiata. Esclusa. Bloccata. Emarginata. Annullata!
Ma la donna esperisce e metabolizza il presente che le è dato da vivere e reagisce ad 
esso , alle imposte sofferenze. Anche con la propria immobile trasparenza. Anche nel 
cupo silenzio. Anche alienandosi dalla ragione. Anche bruciando viva. In un rosso rogo, 
di alte e devastanti lingue di fuoco. Attizzato dalle altrui accuse di colpe vere o 
presunte, dai pregiudizi, dalle incomprensioni, dalla cattiveria fine a se stessa, 
dall’orgoglio intransigente e dal perverso desiderio di nuocere. 
Una donna, per natura, si trasforma. Muta il proprio aspetto e la propria essenza.
E come la Fenice, dalle proprie ceneri, ha il potere di rinascere più completa, forte 
e savia, di prima. Perché Pathos è il dolore che origina dalla crisi esistenziale e 
questa, per definizione, è altresì opportunità. Di crescita, evoluzione e Vita.

SVILUPPI DEL PROGETTO: esposizione parallela dal 4 luglio al 2 agosto presso il
Monastero Chiesa Beata Vergine delle Grazie della città di Villafranca Piemonte

NEWS
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