Trytych,Adriatic Sea, 5Kb       Offering, 4Kb
    "TOKOLOSH"
I
o nella mia arte sento la mia condizione
di bianca africana.
In Africa ho vissuto in un contatto strettissimo
con la natura ed ho respirato la cultura dei neri africani.
Io sento viscerale e sento con grande sofferenza
il distacco dalla natura. Io mi sento un po' donna
animale e fin da bambina molto piccola me ne andavo
per ore nei campi fino a che non veniva mia madre a
cercarmi.
Nei miei quadri c'è questa grande gioia e questa
grande sofferenza di sentirsi umani e animali insieme.
Parlando con Claudio Ametoli (il mio amico psicoanalista
di Roma)mi sono resa conto che nelle mie opere c'è
questo dualismo.
PHILIPA KHOLY
Red dog, 13Kb

Da una parte il mondo Europeo,
che io conoscevo anche
attraverso i libri, i dischi, le stampe che la mia
famigliaconservava in una strana stanza
"Rondavel/cool house"una cantina africana rotonda
che era nel giardino.
Un tempio misterioso dove io mi chiudevo per ore, già
quandoavevo 4 anni, ad ascoltare vecchi dischi di opera.
Dall'altra parte il mondo Africano, i campi sterminati e
le nere tempeste improvvise di fulmini e di pioggia
seguite dal sole e la luce- la mia Tata nera "Violet"
che mi raccontava del "Tokolosh" il piccolo mostro
omino/animale che può minacciare pericolosamente la
gente di notte, la mia infanzia passata a giocare con i
miei amicidi pelle nera.

Dear Woman, 12Kb
Due mondi quello bianco e quello nero, che in me si
uniscono e si scontrano, mi animano e mi 
confondono.
A Claudio sembra di ritrovare nelle mie opere
i temi primigeni dell'uomo animale comuni a
tutte le civiltà primitive sia bianche che nere:
dalla danza tribale Africana con il loro uso di
maschere animali, alle primitive rappresentazioni
della tragedia greca nata come spazio scenico
religiosoin cui recitano uomini con maschere di
capra.
Tragedia uguale canto del Capro.
Uno spazio scenico dove si rappresenta la
complessità della condizione umana nella
lacerazione tra natura e coscienza.
E questa condizione sempre oscillante
tra eros e sofferenza io la ritrovo anche
nella mia situazione di esule dal mio paese
che ho lasciato quando avevo 22 anni perchè
non sopportavo la politica di apartheid.
I miei personaggi sono in viaggio sulle loro
fragili barchette di carta con i loro affetti
e i loro ricordi dentro il cuore, siano essi una
ragazza Bosniaca che ha lasciato la sua terra,
o una vecchia donna che ha lasciato irrimediabilmente
la giovinezza e la gioia di amore.
enpleinair

Maionese

CartaBianca